FRANCESCA ROMANA PINZARI

Nasce a Perth in Australia nel 1976.

Nel 2001 consegue il Diploma di Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con 110 e lode. Espone in Italia e all’estero dal 1999 tra le varie mostre e fiere ricordiamo: Paper Boundary alla The Sydney ArtWorld Gallery (Australia), ArteContemporaneaModerna al Palazzo dei Congressi di Roma, Giovani Artisti Italiani a Praga, Miart a Milano.

Sin dagli esordi la riflessione e la pratica artistica di Francesca Romana Pinzari hanno origine nell’interesse alla contaminazione linguistica, dove il ductus pittorico colto ed elegante – secondo le declinazioni della tradizione pittorica italiana – attraversa superfici scandite da sperimentazioni mediali, trasformando poeticamente materiali di uso comune e, più frequentemente, res derelictae destinate al macero.

Così nel suo primo ciclo pittorico Paper boundaries Francesca Romana Pinzari ha deciso di avviare la sua riflessione sul corpo umano – come identità nei suoi risvolti più improbabili e meno evidenti – su tavole invase da fogli di giornale, impermealizzati da colle viniliche, che estendono la ricerca dell’artista alle caleidoscopiche proprietà estetiche dei codici del linguaggio massmediale, declinando un approccio epistemologico—concettuale di grande attualità. I giornali scelti da Francesca Romana Pinzari sono poliglotti, impressi di caratteri alfabetici globalizzanti come a ricordarci le infinite opportunità tele- comunicative della moderna società tecnologica, dove i confini sono rimasti sulla carta, sono diventati confini di carta (paper boundaries), scavalcati da connessioni impalpabili.

La carta di giornale, elemento comprimario dell’attuale ciclo dell’artista, sembra estendere, tuttavia, la riflessione anche alla estrema fragilità della e-community, sembra ricordarci come la conquista di una società senza più confini tradizionali sia un’opportunità da difendere che rivela quotidianamente la sua fragilità intrinseca, la sua vulnerabilità congenita.

Il repertorio iconografico di Francesca Romana Pinzari proviene dalla sua quotidianità, uomini e donne scanditi per frames sulla superficie pittorica, non in fredde sezioni autoptiche, ma in visioni sintetiche gravide di una emotività/ affettività più complessa e vigorosa di quella che potrebbe apparire superficialmente. La fisiognomica che ci restituisce l’artista appare da un lato rivelarci una verità della persona ritratta, dall’altro comunicarci quasi subliminalmente come un volto possa essere solo una maschera, ma come una maschera possa, talvolta, essere più rivelatrice di un volto. Francesca Romana Pinzari ama, infatti, evocare come un moderno sciamano atmosfere di introspezione e di reclusione, dimensioni borderline dove stimolare la capacità di percezione dei sentimenti più evanescenti e sfuggenti dell’umanità che la circonda.

In un certo senso l’artista è alla ricerca di un luogo dove si possano fondere, con l’idea colta e raffinata del fare pittorico (nella convinzione che la pittura rimanga ancora oggi la forma semiotica più innovativa), le due polarità antitetiche del nostro tempo: la cascata gravitazionale di un presente-futuro straripante di link a memorie, informazioni, previsioni e una vita quotidiana in cui sentimenti, sensazioni, ricordi e prospettive sembrano sbiadirsi, emergere transitoriamente come sulle magmatiche superfici dei Paper boundaries.

Testo di Cesare Biasini Selvaggi