Antonio Pedretti – NOSTALGHIA EPIFANICA

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L’ Associazione Culturale Rosa dei Venti, con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ascoli Piceno, del Comune di Ascoli Piceno e con il contributo della Galleria Opus di Grottammare, ha il piacere di annunciare “Nostalghia Epifanica”, mostra personale di Antonio Pedretti. L’esposizione verrà presentata il

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giorno 6 dicembre 2011 alle ore 11,00 presso il Museo Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, alla presenza del Sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli e del direttore Modesto Corradi. Contestualmente si assisterà alla presentazione di un’opera del maestro Pedretti destinata alla collezione permanente del museo stesso. Seguirà un’anteprima della mostra riservata alla stampa che aprirà al pubblico il giorno 7 dicembre 2011 presso il Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

La mostra Nostalghia Epifanica, presentata con successo a giugno 2011 presso la Galleria Opus di Grottammare dal Prof. Giarmando Dimarti e da Marcello Mongiello, che

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ne hanno curato anche i testi in catalogo, si arricchisce per questa occasione, data l’importanza della sede espositiva, di nuovi contenuti e nuove opere ancora non godute dal pubblico.

“L’equoricità è il continuum poetico, è la centralità intima che sancisce la misura della coloricità di Pedretti. Una coloricità, fatta eccezione per il ciclo Azzurro amazzonico, che ha molte affinità con la decoloricità tarkovskijana oscillante tra il grigio, il bianco e il marrone diluito. Si procede verso una zona neutra, dove la pigmentazione si mescola e si confonde nella sequenza delle linee aggettanti: dal fraseggio palpitante, quasi schizofrenico, all’apparenza di una calma indocile, di un raggiunto equilibrio instabile, tutto si ricompone in una personalissima ibridità sequenziale.”, scrive il Prof. Dimarti nella sua presentazione esaltando l’ abilità di Pedretti di dialogare direttamente con l’animo di chi osserva le sue opere.

Sottolinea Mongiello l’importanza dell’essere umano nell’opera di Pedretti pur, paradossalmente, esaltandone la sua assenza e proponendo una lettura dell’opera del maestro dal punto di vista semiotico. “Di fronte ad un quadro di Pedretti noi diventiamo i referenti di una comunicazione che l’artista ci fa avere attraverso l’uso di segni (la sua pittura). Questi segni per per essere significanti, ossia per essere portatori di una comunicazione e produrre quindi un effetto, noi dobbiamo necessariamente interpretarli in base ai nostri modelli culturali. Aliquid stat pro aliquo. Una cosa sta per qualcos’altro. Subito notiamo un grande paradosso nella pittura di Pedretti. L’uomo non è mai presente ma in definitiva è, non solo presente, ma necessario affinché la natura che dipinge possa avere un significato e quindi esistere.”