Sabato 2 Febbraio 2013 alle ore 18.00, per gli Happy Hours Culturali, l’associazione Rosa dei Venti propone Indomito Latini, Il destino di chiamarsi Indomito (Marte editore). La presentazione sarà a cura di Antonella Roncarolo.
Il libro racconta la vita vissuta dall’autore tra il XX° e il XXI° secolo.
Vicende che si sono susseguite sin dalla giovanissima età, con percorsi che lo hanno portato ad attività lavorative come garzone presso il Mercato Ittico, pescatore, operatore sanitario e esperto umanitario in missioni all’estero per ventitré anni con il M.A.E (Ministero Affari Esteri) e l’O.N.G. (Organizzazione Non Governativa), in diversi continenti.
Oltre a questa esperienza umanitaria ha sentito la necessità di viaggiare in solitario in molti paesi per interessarsi dei problemi sociali e umani di molti gruppi etnici tra i più vulnerabili, non esitando a contattare comunità indigene in foreste, montagne e savane.
La motivazione che lo ha sostenuto a scrivere il libro sono le esperienze vissute con la speranza che possa risultare utile, per le nuove generazioni, ad aprire una finestra nel mondo e considerare l’enorme importanza di riuscire a capire e convivere con persone di altre culture: viaggi e conoscenze che portano ad ampliare la visione del mondo e della vita, creando la possibilità di amicizie, base della convivenza pacifica. Un libro che nel racconto non si lascia rapire dalla fantasia ma rimane severamente collegato alle innumerevoli vicende vissute.
«Ho amato viaggiare da sempre avendo considerato la Terra come mia unica Patria. Ho camminato sulle rovine del Mondo antico, ho contemplato monumenti e opere d’arte, orgoglio dell’uomo in un mondo moderno, rattristato nel vedere l’azione del tempo che tutto divora: monumenti ed esseri viventi.
Ho trovato molte stranezze in paesi ritenuti tra i più civilizzati, e molte volte ragione e saggezza tra i popoli ritenuti tra i più selvaggi e arretrati; politiche dissennate portate avanti da potenti per arricchire pochi, senza preoccuparsi di emancipare e rendere virtuosi i molti.
La conclusione è che ho visto molto, non abbastanza, ma ne sono soddisfatto. Sono contento perché se non avessi viaggiato, sarei stato illuso da quello che i media ci fanno vedere, e sarei
stato felice in un mondo fatto di fiction, ingannevole, bugiardo e manipolatore della coscienza dei popoli.
Molte volte mi è stata chiesta la ragione dei viaggi, ho sempre risposto che conosco quello che lascio ma non quello che trovo, sento il bisogno interno di partire, lasciando il mondo conosciuto, trovando un senso d’indipendenza che mi pervade quando arrivo in luoghi sconosciuti di cui si sa quel poco per aver letto dei libri, il piacere di incontrare persone e cercare di capirle, raccontare le loro vicende, ma certamente ricordarle come memorie incancellabili.
Mi sono fornito di un corredo di foto e di ricordi di cui ho fatto partecipe la mia famiglia,la quale a volte mi ha seguito, dove possibile, e sono sicuro di aver contribuito a formare in loro una coscienza sociale e umana che sopravvivrà anche dopo di me» (dalla Premessa del libro).
Indomito Latini è nato a San Benedetto Del Tronto